Per il ciclo SPORT E LIBERAZIONE
"ST. PAULI SIAMO NOI.PIRATI, PUNK E AUTONOMI ALLO STADIO E NELLE STRADE DI AMBURGO", 2015 - Derive Approdi
St. Pauli è il nome del quartiere portuale di Amburgo e della sua squadra di calcio. Un quartiere segnato da mille contraddizioni: da sempre punto di forza dello sviluppo commerciale della città e luogo di lotta; focolaio di resistenza all’ascesa delle squadre naziste e sede di insurrezioni sempre fallite.
Nella prima metà degli anni Ottanta il quartiere è segnato da miseria e abbandono, ma rinasce attraverso i palazzi occupati della Hafenstraße, roccaforte del movimento autonomo e crocevia di tutte le battaglie politiche e sociali dell’epoca, e il Millerntor, piccolo stadio di calcio, all’interno del quale, sotto la bandiera dei pirati e al grido di «Mai più guerra, mai più fascismo, ma più serie C», prende forma una nuova tifoseria e un nuovo modo di intendere il calcio.
Il St. Pauli FC, squadra con la fama di «club di perdenti», diventa così la bandiera calcistica della sinistra radicale, della scena squat, degli antagonisti e dei punk dell’intera Germania. Grazie ai tifosi e alle loro battaglie contro il razzismo, prima sulle gradinate e poi all’interno della struttura societaria, il St. Pauli FC diventa il simbolo di una comunità sincera, capace di esprimere la passione popolare per un calcio liberato da ogni forma di discriminazione.
ROMA, 05 gennaio 2016 @ CSOA AURO E MARCO (Via Caduti nella Guerra di Liberazione 268), ore 15 e a seguire cena e dj set ska/reggae
Il calcio popolare, in questi ultimi anni, sta vivendo una crescita esponenziale e nuove squadre continuano a nascere in ogni angolo del paese.
Ognuno nei propri territori cerca le modalità più consone per portare avanti un progetto che promuova solidarietà attiva, aggregazione e che rifiuti ogni forma di discriminazione. Considerando lo sport come un necessario momento di recupero del benessere psico-fisico, il nostro obiettivo è quello di riportare nel mondo del calcio dei valori sani, contrastando il marcio che in questi anni ha fatto da protagonista.
Partendo dall’assemblea del 13 settembre scorso a Bagnoli, nella quale sono usciti fuori diversi spunti di riflessione e una concreta volontà di far fare un balzo in avanti a questo movimento, crediamo sia importante tentare di allargare il ragionamento a livello nazionale. Riteniamo fondamentale un confronto costruttivo su tematiche sia specifiche che generali. Un momento che metta uno di fronte all’altro allenatori, preparatori atletici, dirigenti e tifosi.
Sabato 12 dicembre ad Ancona manifestazione indetta dalla Polisportiva Assata Shakur e dai Centri Sociali delle Marche per chiedere la liberazione di Alessio Abram. Prevista la partecipazione di delegazioni provenienti da diverse parte d’Italia.
Il 13 novembre Alessio Abram è stato arrestato. Il cavillo giuridico che lo ha portato in carcere è legato a mancate firme in questura – sette casi in tutto nell’arco di quindi anni – in relazione al provvedimento di Daspo emesso nei suoi confronti più di dieci anni fa . Ma al di là degli aspetti tecnico-giuridici, è evidente che le autorità preposte abbiano colto l’occasione per far pagare ad Alessio il suo costante impegno sociale. Del resto in un Paese dove da sempre imperversano la corruzione e l’impunità dei forti, finire in prigione per un illecito amministrativo (perché di questo stiamo parlando) rende bene l’idea della deriva che l’azione penale ha imboccato in questo paese in senso meramente repressivo e punitivo. Ad Alessio si vuol far pagare la sua scelta di campo. Una scelta che in questi anni lo ha visto portare, in tutti gli ambiti di vita in cui si è speso, i valori in cui crede: uguaglianza, libertà, solidarietà, comunitarismo.
Lo sport popolare è una realtà che negli ultimi anni sta crescendo sempre di più all'interno del territorio italiano ed internazionale.Questa crescita ha dato la possibilità a varie palestre popolari di incontrarsi ed organizzare eventi importanti. Ciò ha fatto sorgere la necessità di una più larga collaborazione per discutere linee guida di coordinamento che consentano di delineare in modo chiaro che “palestra popolare” significa non solo sport ma aggregazione, antifascismo, autogestione, rispetto dell'avversario e della salute dell'atleta. Questa collaborazione può aiutare a risolvere, grazie ad una più vasta rete di interazione, i problemi comuni e non che possono sorgere in un ambito sportivo di questo tipo, mettendo a disposizione di tutt* le esperienze delle palestre più datate.L'individuazione di un profilo politico comune ed una maggiore semplicità nella risoluzione delle problematiche non può che rendere più agile la realizzazione di attività che accrescano l'idea ed il concetto di spot popolare.
Come palestra popolare Teofilo Stevenson, nasciamo come realtà pugilistica e sociale con l’intento, complice lo sport, di creare aggregazione nella città. Nello specifico lavoriamo nel quartiere che più storicamente racchiude al suo interno una forte componente proletaria e migrante. Il nostro intento è di proporci come punto di riferimento per le nuove generazioni, cercando di trasmettere i valori nobili che contraddistinguono il pugilato: la disciplina, il rispetto, il sacrifico, integrati a valori fondamentali come l’antifascismo, l’antirazzismo e l’antisessismo che in questa società vengono continuamente sdoganati e strumentalizzati.
Lo sport popolare, come lo conosciamo e pratichiamo, è antifascista, antirazzista ed antisessista.
Antirazzista perché non sono necessari documenti o permessi per allenarsi e perché la provenienza di un individuo importa solo come possibilità di scambio.
Antifascista perché alla violenza della sopraffazione opponiamo la forza ragionata e leale della solidarietà.
Antisessista perché nei nostri allenamenti e nelle nostre palestre corpi diversi si possono incontrare, affrontare, scontrare e misurare, toccare e rispettare.
Una tre giorni antisessista nasce dalla necessità di mettere al centro nuovi rapporti tra generi ed identità di genere partendo dallo sport.
Obiettivo è di creare momenti di confronto sull’antisessismo, troppo spesso sbandierato all’interno dei movimenti e dello sport popolare senza che vi sia la reale pratica e condivisione di ciò che esso significa ed implica. La costruzione di una tre giorni di sport antisessista si propone innanzitutto di essere un percorso di condivisione e confronto sui modelli introiettati e quindi un percorso di cambiamento personale, politico e collettivo.
L’idea è che vi sia in ogni momento un approccio ludico dove alla competizione fine a se stessa si oppongono confronto e l’incontro senza che sia necessaria la ricerca di un vincitore e di un vinto.
Essere antisessisti non vuol dire però rifiutare la sessualità. Al contrario è riconosciuta la valenza erotica dei corpi che può essere sperimentata all’interno di spazi nei quali non è ammessa la prevaricazione o l’invasione di un corpo altro. Nella società in cui viviamo troppo spesso la sessualità viene associata all’oggettificazione e gli spazi stessi vengono vissuti in maniera diversa a seconda del genere cui si è stat* assegnat*. La tre giorni di sport popolare antisessista si propone di creare spazi in cui sia possibile confrontarsi con corpi diversi senza sottoporli a giudizi basati sulla forza o sulla capacità di dominare l’altr*. Nella nostra esperienza vuol dire spogliatoi ed allenamenti misti, vuol dire riconoscersi nelle differenze e praticare relazioni orizzontali e paritarie.
Ci si propone inoltre di dare spazio a tutt* coloro che non si identificano all’interno del binarismo di genere e che sono per questo esclusi dalle competizioni dello sport ufficiale.
Quest’ultimo, che in molti ambiti ha perso la sua funzione sociale ed educativa, propaganda troppo spesso competitività e modelli di genere violenti, che impongono di adeguarsi a rigide norme che riguardano sia la fisicità dei corpi che comportamenti e relazioni sociali. Per questo motivo la tre giorni di sport popolare antisessista vuole rivolgersi anche all’esterno dei circuiti dello sport popolare, per riappropriarsi di spazi pubblici nei quali praticare antifascismo, antirazzismo ed antisessismo.
Info e programma completo su http://sportantisessista.noblogs.org/
Un punto di vista differente sui fatti di stretta attualità sportiva e sociale.
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Quello che la settimana riserva: appuntamenti, incontri, partite e iniziative su tutto quello che è sport popolare